Woa-World Organization Ambassador

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African Diaspora International
La World Organization of Ambassadors debutta in Europa

Primo vertice di pace nel continente europeo, fortemente voluto dall’On. Cv. Ambasciatore Giuseppe Prete, Cancelliere Europeo della WOA, entusiasta di questa importantissima iniziativa e instancabile uomo di Pace dell’intero panorama italiano e internazionale.

Giuseppe Prete (World Organization of Ambassadors) : continuiamo a lavorare per la Pace.

Da tutto il mondo si aprono manifestazioni e partono messaggi che nel condannare la guerra condannano in ugual misura anche il suo fautore. 

Evento W.O.A. World Organization Ambassador 

La nomina è riconosciuta, dalla presenza, in Casertavecchia, del Cancelliere Europeo WOA Cav. Amb. Giuseppe Prete, entusiasta di questa importante iniziativa e instancabile uomo di pace dell'intero panorama italiano e internazionale. È presente anche la Cav. Amb. Teresa Sparaco. 

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Il sottoscritto Cav. Dr. Giuseppe Prete, nella qualita’ di Ambasciatore di Pace e Membro Effettivo della ONG-Organizzazione Non Governativa degli Ambasciatori di Pace nel Mondo, con attuale sede intenazionale di riferimento in Argentina, ha il piacere ed onore di comunicare alle SS.VV.Illme quanto segue: E’ in corso di costituzione in Europa con espansione in numerosi paesi del Continente, l’Organizzazione Mondiale Non Governativa degli Ambasciatori di Pace, Ministri, Agenti di Pace e Diritti Umani della Organizzazione. Il sottoscritto gia’ Ambasciatore di Pace nel Mondo, Cavaliere della Repubblica Italiana, insignito dell’Onorificenza dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ed espressamente delegato ed autorizzato dal Presidente dell’Organizzazione Mondiale degli Ambasciatori di Pace, con altre finalita’ come sopra indicate, nella persona del Dr.Osvaldo Antonio Brughera, Cittadino Argentino, sede sociale di attuale riferimento in Argentina, La Plata Calle Boulevard 81numero 1738 ½, Provincia di Buenos Aires, fa presente ufficialmente quanto segue. Lo scrivente è stato delegato per la formazione e ufficiale costituzione della Cancelleria Europea per l'Organizzazione Mondiale Non Governativa come –infra-gia’ descritta che avrà Sede ufficiale in Assisi (PG) via San Francesco snc, la cui apertura è già operativa con tutti i riferimenti per legge, con delega della Presidenza Internazionale in Argentina, normanti la costituzione ed operativita’di simile Organizzazione, e una Sede della Cancelleria Europea (Uffici del Cancelliere Europeo) in Olanda. Quanto sopra, come evidenziato, con la espressa autorizzazione del Presidente Internazionale Sen. Prof. Martin Maure Canete. Si sottolinea fin da ora che l' Organizzazione Non Governativa, formata da Ambasciatori di Pace e ProbiViri, nonche’ dai Componenti gia’ infra richiamati ha lo scopo di promuovere, diffondere, sostenere, concordare, e/o interagire con altre Istituzioni e/o Organizzazioni Governative, Organizzazioni Non Governative Private e Sociali, Nazionali ed Internazionali che sostengono in tutto il mondo sviluppando un fattivo clima di solidarieta’ e cordialita’ tra i suoi membri , promuovendo il loro miglioramento culturale ed intellettuale, nonche’ sociale ed economico. Inoltre la Cancelleria dell'Organizzazione Non Governativa, con sede Continentale Europea in Olanda, Albania e Italia, intende altresi’ apportare il miglioramento culturale e sociale delle varie popolazioni, con interscambi culturali con i paesi d’origine, oltre possibili scambi d’interazione anche in prospettive lavorative, seguendo il fine principe della stessa Organizzazione. L’atto formale costitutivo e relativo statuto verranno messi ad opportuna conoscenza delle S.SVV.Ill.me per completezza documentativa.

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Ciò che ha reso possibile e poi realizzato, al di là della idealità e del grande impeto di trasformazione e di solidarietà sociale che caratterizza il programma, è stata la personalità del Cav. Giuseppe Prete. Per chiarire questa dinamica ci rifacciamo ad un'espressione del Papa, quando era ancora Cardinale, il quale nel porre in risalto il proprium del cristianesimo nella categoria di "incontro" sottolineava che il cristianesimo è un "incontro di misericordia". Con ciò non intendiamo essere dei "laudator" di Giuseppe in quanto misericordioso, quanto piuttosto sottolineare che il dato che è emerso quando nell'incontro è stato il suo incondizionato spirito liberale. Da estimatore di papa Francesco qual è pensiamo che lui comprenda ciò che vogliamo dire, nel senso che, in quell'occasione dell'incontro non ha mostrato alcuna tendenza in odore di proselitismo, nessuna parvenza tesa ad altro scopo. Un incontro in cui non vi era alcuna pretesa, ma solo il desiderio di trasmettere una testimonianza di vita che aveva individuato il contesto politico e sociale internazionale dove potersi esprimere. Da subito, nonostante e grazie alla sua dichiarata fede cattolica e obbedienza al primato Petrino, ha distinto gli ambiti: fede ed impegno politico/sociale. Ha colto bene che nella sfera pubblica le motivazioni che nascono dall’esperienza di fede e di umanità proprie di un ambiente cristiano, devono essere tradotte in un ambito laico e quindi devono essere motivate nella loro valenza pubblica con argomentazioni ed esempi che devono essere convincenti. Nessun clericalismo o disposizione a politicizzare la fede per finalità meramente speculative. Ci ha chiaramente e senza esitazione esternato che ciò che lo anima è l'aspirazione ad innestare un dibattito culturale e politico all’altezza della sfida, capace di valorizzare, nell’ambito della società civile, quell’insieme di esperienze, di solidarietà, di pratiche alternative, che possono fungere da paradigmi per il bene comune. Dal Vaticano.

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Intervista dell'Avv. Prof. Emanuele Mosca al Cancelliere Europeo della World Organization of Ambassadors, Cav. Giuseppe Prete.

Secondo l'ultimo sondaggio, l'86% degli ucraini ritiene che la liberazione dei territori temporaneamente occupati debba continuare proprio perché la Russia continua ad attaccare durante la stagione fredda senza porsi alcuno scrupolo e alcun freno. Ne parliamo con il Cancelliere Europeo della World Organization of Ambassadors per il Continente europeo. Gli attacchi deliberati della Russia, mirati alle infrastrutture critiche dell'energia sono certamente dei crimini di guerra indiscutibili e per i quali la Russia deve essere ritenuta responsabile senza alcuna attenuante. I genocidi russi sugli ucraini, se confermati da prove, a parer mio, mirerebbero a creare condizioni di vita insopportabili per la popolazione ucraina. La Russia accusa l'Ucraina usare una "bomba sporca", al solito le notizie che arrivano dalla propaganda di Mosca fanno parte del progetto politico di disinformazione della Russia contro l'Ucraina. Domanda: Le accuse del Cremlino nei confronti dell'Ucraina che si prepara a usare una bomba sporca sono vere? Risposta :Essendo un membro devoto e responsabile del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, l'Ucraina non ha mai avuto e non prevede di avere "bombe sporche". Ciò sarebbe confermato anche da mie "fonti" governative certe. Tant'è che il Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha immediatamente invitato gli osservatori internazionali dell'AIEA a visitare l'Ucraina per provare la falsità delle accuse russe. L'Ucraina è sempre stata, e rimane, trasparente. Non credo abbiano nulla da nascondere al Mondo intero. L'iniziativa della Russia di convocare una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla questione è stato solo un altro tentativo fallito di fuorviare la comunità internazionale. La parte russa non ha fornito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alcuna prova delle sue affermazioni. Mosca cerca di trovare falsi pretesti per intensificare ulteriormente la sua aggressione contro l'Ucraina. La massiccia campagna di disinformazione della Russia è preoccupante perché potrebbe indicare che la Russia stessa si prepara a commettere un altro crimine ancora più efferato sul suolo ucraino, magari con la complicità della Bielorussia? Non bisogna assolutamente abbassare la guardia, i negoziati di pace si facciano ancora più intensi, utilizzando, perchè no, i dissidenti interni a Mosca poichè, è mia convinzione che non ci sia trasparenza all'interno del Parlamento russo, del Paese intero. Credo che sia importante supportare e spronare La Comunità Internazionale affinchè risponda prontamente e con più decisione di prima. Come Cancelliere europeo della WOA ho sempre ritenuto che il destino di questa guerra sia anche nelle mani del Popolo russo, che in questi 30 anni di post comunismo sovietico non è riuscito a eleggere una classe politica dirigente, continuando a legittimare fondamentalmente solo due finte alternative: la destra nazionalista di Putin e la sinistra altrettanto imperialista e militarista di Zjuganov. Entrambi aventi l’obiettivo, nascosto o manifesto, di demolire tutte quelle autonomie e democrazie nate dalla dissoluzione dell’Urss e del Patto di Varsavia. Domanda: L'Ucraina ha bisogno di più aiuti militari per difendersi e salvare vite civili? Risposta: Poiché la Russia continua a uccidere civili e colpire infrastrutture critiche, l'Ucraina ha bisogno dell'aiuto di noi tutti. Domanda : Il rafforzamento del supporto militare all'Ucraina è l'unico modo realistico per porre fine alla brutale guerra russa? Risposta: Sicuramente, sostenendo l'Ucraina, il mondo investe nella propria sicurezza e si assicura che l'aggressione russa contro i valori democratici non solo fallisca, metta fine al conflitto e che, l'augurio, non si ripeta mai più in futuro.

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Continuano a fallire le trattative di pace mentre continuano a morire civili ucraini. Da tutto il mondo si aprono manifestazioni e partono messaggi che nel condannare la guerra condannano in ugual misura anche il suo fautore. La Pace non ha bandiere, non ha colori, è una lingua universale ed esprime la disumanità e l’aberrazione dell’uccidere un fratello. La Russia ferma il massacro di civili ucraini che nulla hanno a che vedere col conflitto in atto, non arresta la sua furia omicida e si accanisce contro chi è inerme e indifeso, perpetrando crimini che sono lontano da ogni logica bellica. Si parla di Russia ma in realtà probabilmente il concetto di Federazione Russa non è così lontano dalla vecchia e sepolta ormai idea di Urss, come conferma anche il Cancelliere europeo dell’Associazione degli Ambasciatori per la Pace (WOA), cv. Giuseppe Prete. “Dopo il crollo dell’Urss, gli abitanti della federazione Russa non hanno saputo rimuovere le ceneri del vecchio PCUS, risorto sia a destra che a sinistra, con plutocrati inadeguati, guerrafondai e nostalgici sino-sovietici”. Con queste parole di forte condanna all’intero regime russo, il cv. Prete chiama le cose con il loro nome e alle azioni di guerra di Putin risponde con una forte espansione della WOA e di ambasciatori che lavorino per la pace nel mondo con azioni concrete. Questo tempo in cui il giorno e la notte sono bagnate dal sangue di innocenti ucraini che muoiono per la libertà e sovranità della loro Nazione, impone, però, alla WOA di non espandere il proprio campo di azione e di attività né in Russia né nei territori di quegli stati che appoggiano la condotta e il regime putiniano. “Un regime non solo guerrafondaio – dice il Cancelliere Prete - ma che nel suo territorio porta avanti realtà governative che sono in netto contrasto e in direzione opposta alla democrazia e alla libertà di opinione e di pensiero. Un regime che porta avanti condotte dittatoriali, con un crescendo di restrizioni alle libertà fondamentali interne e restrizioni ai diritti umanitari e di autodeterminazione di Popoli che hanno la sola colpa della storia. La sola colpa di aver fatto parte della vecchia Urss che continua a esistere nella mente di Putin”. Il Cancelliere europeo della WOA e tutta la WOA ritengono che il destino di questa guerra sia anche nelle mani del Popolo russo, che in questi 30 anni di post comunismo sovietico non è riuscito a eleggere una classe politica dirigente, continuando a legittimare fondamentalmente solo due finte alternative: la destra nazionalista di Putin e la sinistra altrettanto imperialista e militarista di Zjuganov. Entrambi aventi l’obiettivo, nascosto o manifesto, di demolire tutte quelle autonomie e democrazie nate dalla dissoluzione dell’Urss e del Patto di Varsavia. Cosa strana è che in questo conflitto le religioni sembravo divise su concetti che dovrebbero essere alla base di ogni dottrina di fede e come obiettivo di ogni azione di testimonianza. Già, perché questa guerra ha una connotazione religiosa quanto meno visto il recente atteggiamento del Patriarca Russo. Un atteggiamento che appare contrastante con il messaggio di Papa Francesco e la sua ammirevole azione a favore della Pace. “Servirebbe una condanna unanime del conflitto da parte di tutte le religioni. - raccomanda il Cancelliere cv. Prete – Servirebbe una condanna unanime del regime russo e del governo putiniano che manifesta il suo orientamento punitivo anche nei confronti dei suoi connazionali che la pensano diversamente da lui. La teologia politica, che usa la elabora un uso politico della fede sembra appartenere a questa parte di oriente che non si è smarcato da alcune visioni di patriarcato temporale, ma che dimentica di fare onore sia alla paternità, umanamente intesa, sia alla paternità della fede”. La paternità di un Dio che ha impresso il suo sigillo su ogni uomo per renderli tralci della stessa vite e che ora è costretto a vedere questo ennesimo flagello sotto il suo cielo creato per dare speranza al mondo. Ma se Putin sembra forte come la notte va anche ricordato che nessuna notte sarà mai così lunga da far dimenticare al sole di sorgere, nella speranza e nella fede di Colui che magari affligge ma di certo non abbandona. La Woa costruisce pace ma continua a condannare l’operato di Putin, come si auspica faccia chiunque si contraddistingua e si identifichi con il concetto di fratellanza umana e il rispetto per le libertà fondamentali di tutti i popoli e le nazioni.

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Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori”, recita uno splendido messaggio Biblico, a voler significare che senza l’aiuto di Dio non si va da nessuna parte, ma anche che l’aiuto di Dio non toglie la fatica dell’uomo ma ne restituisce il senso più vero. In altre parole, si deve faticare, per concretizzare i sogni grandi. Noi abbiamo un sogno e ha bisogno di tutti. Vogliamo costruire una piccola scuola e una clinica di prevenzione nell'entroterra dell'Angola e per far questo abbiamo chiesto a degli Imprenditori/Ambasciatori WOA di supportare il progetto finanziariamente per realizzare questa impresa. Due realtà in Angola in villaggi poverissimi. Due costruzioni con mura vere e sicure. Sappiano bene che costruire una scuola da quelle parti non è solo simbolo di cultura, ma per popolazioni e bambini che vivono al limite della sopravvivenza, poter entrare in una scuola dignitosa è segno di speranza per il loro futuro, è segno che non solo soli ma c’è qualcuno che pensa a loro non solo nelle preghiere che non devono mai abbandonarli, ma anche a livello concreto. Capanne che grazie a queste persone di buon cuore avranno delle mura e queste mura saranno simbolo di una umanità che vuole essere segno di un messaggio cristiano fatto di fatica, di lavoro e sudore. È proprio vero, a volte si fatica tanto per percorrere strade che non portano a nulla semplicemente perché non sono nel progetto di Dio, ma non si deve perdere la speranza, perché non si deve mai abbandonare quella consapevolezza della presenza di Qualcuno che ama proprio nelle difficoltà e non abbandona. Perché il vero unico grande progetto di Dio è la felicità vera e autentica dell’uomo. Ricco di questo messaggio, il Cancelliere Giuseppe Prete, grazie al sostegno di alcuni Imprenditori, oggi vuole permettere ai figli dell'Angola di guardarsi attorno durante ogni lezione scolastica e accorgersi di essere abbracciati da quelle mura costruite con l’amore di una umanità italiana che li ha pensati.

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La dichiarazione congiunta delle Organizzazioni internazionali riunitesi alla Conferenza Mondiale della Pace di Duisburg. Da Duisburg alla CONFERENZA MONDIALE DELLA PACE la firma per la dichiarazione congiunta tra le organizzazioni per la pace accreditate dalle Nazioni Unite Universal Peace Council (UPC) e World Organization of Ambassadors (WOA) hanno invitato insieme all'organizzazione di aiuto umanitario Save Our Souls in collaborazione con Suryoye Ruhrgebiet eV alla Conferenza Mondiale sulla Pace a Duisburg. Diverse organizzazioni, associazioni e rappresentanti della Chiesa e della politica dalla Germania e dall'estero hanno accettato questo invito. Nell'ambito della conferenza, è stata creata una piattaforma per discutere in modo costruttivo la pace in patria e all'estero. A seguito della discussione parziale sul tema "Migrazione nel contesto della pace mondiale" alla Conferenza mondiale per la pace del 18 dicembre 2021 a Duisburg, le organizzazioni partecipanti emettono questa dichiarazione congiunta e chiedono alla società, alla politica, ai media e tutti i responsabili prendano atto e riflettano: La migrazione è principalmente il risultato della distruzione, colonizzazione e sfruttamento dello spazio vitale delle persone nei cosiddetti "paesi in via di sviluppo". Sono il risultato degli sforzi nei "paesi occidentali" per ottenere più potere, ricchezza e risorse e di conflitti estremisti, religiosi o ideologici.Genocidi, guerre, massacri, persecuzioni, discriminazioni e oppressioni sono fenomeni da disprezzare profondamente e che costringono le persone Allo stesso modo, la mancanza di prospettive economiche per guadagnarsi da vivere, la mancanza di libertà o la mancanza di accesso all'istruzione sono motivi comuni di fuga. di fuga nelle regioni d'origine. Facciamo appello a considerare i seguenti aspetti per una auspicata convivenza pacifica: 1. Lo scopo di qualsiasi politica dovrebbe essere quello di creare o mantenere la pace, soprattutto nei paesi di origine da cui le persone devono fuggire 2. Umani i diritti devono essere rispettati e la loro osservanza in altri paesi deve essere incoraggiata essere promosso. 3. In una democrazia, il potere emana dal popolo, motivo per cui è importante proteggerlo. Per questo motivo, le decisioni economiche e politiche di potere non dovrebbero mai essere prese a scapito della popolazione nel suo insieme. 4. Le esportazioni di armi verso regimi dittatoriali o gruppi/milizie estremiste devono essere fermate, mentre gli interventi a tutela delle minoranze possono essere l'ultima e legittima risorsa. Allo stesso modo, le esportazioni di armi verso gli Stati che sostengono regimi dittatoriali e li dotano di armi dovrebbero essere fermati. 5. Le sanzioni economiche sono tra gli strumenti utilizzati per esercitare pressioni politiche su altri Stati. Tuttavia, colpiscono in particolare la popolazione civile e la privano del loro sostentamento, che di conseguenza porta anche alla fuga. Pertanto, devono essere sviluppate strade alternative: i danni collaterali non sono facili da accettare! 6. Il lavoro per e con i rifugiati dovrebbe essere preventivo e non reattivo. Le persone devono essere trattate e ospitate con umanità. 7. Anche la politica di sviluppo dovrebbe essere preventiva. Le persone nelle loro regioni d'origine dovrebbero essere in grado di ottenere prospettive di rimanere nella loro patria attraverso progetti che aiutino le persone ad aiutare se stesse. Dovrebbero anche essere progettati progetti attraverso i quali i giovani possano continuare la loro formazione (anche all'estero) e applicare il loro know-how nelle loro regioni d'origine. 8. Vanno inoltre promosse e istituite strutture di volontariato affinché le preoccupazioni ei bisogni reali e urgenti della popolazione civile possano essere da loro resi visibili e risolti. In generale, l'approccio "dal basso verso l'alto" dovrebbe essere implementato anziché l'approccio "dall'alto verso il basso", poiché l'obiettivo è quello di responsabilizzare le persone colpite sul posto. 9. I politici e la società dovrebbero beneficiare maggiormente della competenza e dell'esperienza delle persone che sono state assunte, consultarle come esperti per le questioni e gli sviluppi della strategia per la loro ex patria e trarre vantaggio dai loro contatti e prospettive. 10. In quanto tale, l'Unione europea dovrebbe sviluppare una linea guida e una strategia comuni e uniformi, agire come una comunità chiusa ed elaborare soluzioni realmente sostenibili. 11. Occorre creare più incontri tra popoli, religioni e denominazioni, avviati da una terza parte indipendente, al fine di promuovere la pace nelle zone di profughi. Siamo sempre disponibili come ambasciatori di pace, costruttori di ponti o come organo consultivo per creare la pace, cosa che tutti desideriamo. Molte delle organizzazioni che hanno preso parte a questa conferenza mondiale di pace portano con sé preziose competenze dai paesi di origine dei rifugiati e alcune stanno già svolgendo importanti lavori nel campo degli aiuti umanitari o del volontariato per combattere le cause della fuga.

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Sua Eminenza Avondios Ioan Bica nominato Ambasciatore della World Organization of Ambassadors. La World Organization Of Ambassadors si arricchisce di un nuovo importante personaggio: l'amatissimo Metropolita, Sua Eminenza, l'Ambasciatore Avondios Ioan Bica. Vescovo di Aquileia ed Europa Occidentale per la Chiesa Ortodossa Ucraina. Motivazione alla nomina: "Mons. Avondios ha dedicato gran parte della sua vita al Ministero Sacerdotale ed Episcopale, questo vuol dire allora riconoscere Gesù Cristo come Signore, come fratello, come amico, come Salvatore. Conoscerlo nella ricchezza della sua umanità, per cui Egli è veramente uno di noi, che ha condiviso in pieno la vicenda e i sentimenti dell’uomo, capace di “compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato” (Eb 4,15). La continuità dell’annuncio evangelico si è trasmessa a questa porzione del mondo che è la Diocesi di Milano attraverso la presenza del nostro amatissimo Vescovo che ha sempre parole di conforto per tutti. Amb. Giuseppe Prete "Vi ho chiamati e considerati amici, senza riserve, nel nome del Signore Gesù Cristo" Mons. Bica

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La World Organization of Ambassadors in prima linea per la Pace in Ucraina. Convocata a Milano l'Ambasciatrice della Bulgaria. Prima di tutto voglio ringraziare il nostro Cancelliere Europeo Giuseppe Prete per avermi convocata a Milano presso gli uffici della WOA per un vertice sul conflitto Russia-Ucraina e sul potenziale allargamento della Woa Europa nei Paesi europei dell'Est. In qualità di Ambasciatrice e "Agente di Pace" per la Bulgaria, è un grande onore e privilegio far parte di questa Organizzazione Internazionale. Apprezzo molto gli sforzi di ogni singolo Ambasciatore che fanno ogni giorno affinché tutti insieme si possano realizzare gli obiettivi stabiliti nello Statuto della WOA. Essere un Ambasciatore di Pace è una dignità, e onore. Come saprete, la Bulgaria è geograficamente molto vicina alla Russia e all'Ucraina. Stiamo seguendo da vicino questo conflitto, che in questo momento è ancora in corso e continua a prendere vite di persone innocenti, di bambini, che è triste. La guerra deve essere fermata e che torni il dialogo tra le parti, c'è una palese violazione sul Trattato Onu in merito ai diritti umanitari con oltre 8 milioni di profughi da Ucraina verso Europa, ingenti perdite tra le forze militari russe, vittime civili decedute in ucraina sotto i bombardamenti. Tutti sapiamo che con la pace si possono rafforzare i rapporti interpersonali, sostegno alla società civile in Russia, vittime di una guerra non desiderata. Il 5 dicembre del 1991 la Bulgaria riconobbe l'indipendenza dell'Ucraina e il 13 dicembre dello stesso anno furono stabilite relazioni diplomatiche a livello di Ambasciate. Le relazioni bilaterali sono costruite sulla base del Trattato di relazioni amichevoli e di cooperazione del 2 marzo 1994 . In Ucraina ci sono un' Ambasciata della Repubblica di Bulgaria a Kiev e un Consolato Generale a Odessa. Inoltre, sul territorio dell'Ucraina sono stati aperti un Consolato Generale onorario nella città di Leopoli e un Consolato Onorario nella città di Zaporozhye. La situazione in Ucraina e dintorni: La Repubblica di Bulgaria sostiene categoricamente la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti, anche in relazione alle sue acque territoriali. La piena attuazione degli accordi di Minsk resta senza alternative per la risoluzione pacifica della crisi nel Donbass. Aderiamo ai cinque principi di comportamento nei confronti della Russia adottati nel marzo 2016 dal Consiglio Affari Esteri dell'EU: piena attuazione degli accordi di Minsk come principale presupposto per un cambiamento significativo nei rapporti con la Russia; migliorare le relazioni con i paesi del partenariato orientale e altri paesi vicini, in particolare quelli dell'Asia centrale; migliorare la resilienza interna dell'EU, soprattutto in relazione a questioni quali la sicurezza energetica, le minacce ibride, la comunicazione strategica; cooperazione costruttiva con la Russia su importanti questioni di politica estera di reciproco interesse; sostegno alla società civile in Russia e rafforzamento dei contatti interpersonali, soprattutto tra i giovani. Cordiali saluti, Ambasciatrice per la Bulgaria, Avv. Teodora Savova

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Debutto Europeo della World Organization of Ambassadors ad Assisi. L’intervento del Cancelliere Giuseppe Prete. Sono felice di aver parlato di Pace in un luogo così intimamente e profondamente permeato di spirituale serenità come Assisi che ha sempre suscitato in me emozione e fascino in quanto essa è come una piccola oasi di pacifica armonia. Assisi, terra natale e luogo in cui un grande santo della nostra Chiesa, San Francesco, ha vissuto gran parte delle sue vicende terrene, umane e spirituali, trasformando per sempre, avendole infuso nuova energia e vigore, la missione millenaria di amore e carità del Cattolicesimo. Francesco, umile ma immenso, emaciato nel fisico ma fortissimo nella volontà a testimoniare e realizzare lo Spirito vitale della Parola divina, del Vangelo, attraverso l’amore, la compassione, le opere di protezione e salvaguardia verso gli esseri umani ma anche nel rispetto e la cura per tutto il creato. E non sono forse questi i tratti distintivi del concetto di Pace? Il riconoscimento della dignità e degli inalienabili diritti di ogni essere umano (sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1948), i valori comuni di libertà di pensiero e di scelta, le espressioni concrete di aiuto e sostegno verso i più deboli, essendo il presupposto di ogni sana relazione umana, realizzano e forniscono costante ossigeno ai processi di pace, armonizzando ed integrando le azioni umane con i processi fisiologici della Natura di cui siamo parte ma di cui siamo anche responsabili. Ecco un concetto importante sul quale vorrei porre maggiore attenzione, il concetto di responsabilità che è una capacità tipica della specie umana. Ogni azione genera conseguenze ma l’uomo, più di ogni altra specie vivente, ha il dovere di analizzare, riflettere, valutare le conseguenze che le sue azioni determinano nel contesto in cui vive assumendosene le responsabilità, nel bene e nel male. Noi esseri umani non viviamo seguendo il semplice meccanismo del rapporto causa-effetto ma assumiamo la consapevolezza di quanto ogni nostra azione, ogni nostra scelta possa incidere non solo sulla nostra esistenza ma su quelle di tutti gli esseri viventi, non solo uomini e donne, del pianeta che abitiamo e di cui dobbiamo, appunto, sentirci costantemente responsabili. È con questa consapevolezza che ho assunto l’incarico, che mi è stato riconosciuto dallo Statuto Internazionale del WOA, di Cancelliere Europeo, ruolo con il quale Vi parlo oggi. Ho avuto intorno a me, diplomatici, politici, uomini di cultura e di fede di nazionalità diverse, di contesti socio-politici diversi ma uniti oggi a riflettere sul concetto di Pace con il proposito di far agire tutte le proprie capacità tecniche, la propria volontà ed appunto la propria responsabilità nel realizzare un sempre più duraturo e completo contesto di Pace nel mondo. E’ in quest’ottica che si inserisce il “documento sulla fratellanza umana” firmato da papa Francesco e l’Imam dell’Università islamica di al-Azhar lo sceicco Ahmad al-Tayyib nel febbraio 2019. L’incontro, che ha presentato dei tratti singolari ed unici nel patrimonio storico delle due religioni, si inquadra nel tentativo avviato da tempo di consolidare una reciproca conoscenza tra gli uomini che praticano le diverse religioni. È noto difatti, come non ho mancato di sottolineare più avanti, che un impulso decisivo al dialogo interreligioso è derivato proprio dal desiderio di unire gli sforzi di tutti per la promozione del bene comune, in primis la pace nel mondo e il rispetto dei diritti umani. I celebri incontri di Assisi che hanno visto anche la partecipazione del Papa (nel 1986 e nel 2002) hanno coinciso non a caso con momenti di particolare tensione tra i Paesi nel mondo I diritti inalienabili dell’uomo basterebbero ad essere uno strumento di pace, se venissero rispettati in tutte le loro valenze politiche, culturali, religiose. La Pace è un valore universale in grado di far superare ogni barriera sociale, ideologica, religiosa, l’unica in grado di evitare che i pregiudizi e gli interessi economici generino conflitti e tensioni accrescendo ingiustizie e disparità sociali. Lo sappiamo bene tutti, la Pace è la percezione concreta di un’armonia condivisa che permea, sostiene e sviluppa le più sane relazioni umane, che realizza la piena espressione dei diritti umani e la piena integrazione dell’uomo nella natura che lo circonda, natura che gli permette di sopravvivere offrendogli tutto ciò che di buono gli serve per vivere. A condizione che l’uomo rispetti e si prenda cura della natura, dei suoi ritmi vitali e dei suoi spazi. C’è un’interrelazione fortissima, secondo me, tra il rispetto della Pace e il rispetto delle leggi della Natura. Secondo il Cristianesimo la Pace è un dono offerto agli uomini dal Signore Gesù Cristo. Un dono da accogliere con gioia e gratitudine, da coltivare e far fruttare con sapienza e, appunto, responsabilità. La Misericordia divina ci dice che aprire i cuori al bene, essere attenti agli altri, creare forme di convivenza e di rispetto per la vita di ogni essere vivente non può che produrre una straordinaria resistenza ad ogni tensione e ad ogni conflitto. E Dio, secondo la Fede Cristiana, ha anche offerto all’uomo, Adamo, la Terra come giardino da coltivare e preservare con cura. Un giardino che avrebbe offerto all’uomo tutto ciò di cui egli avrebbe necessitato e che l’uomo avrebbe dovuto gestire, anche in questo caso, con sapienza e responsabilità, custodendolo per renderlo sempre più produttivo e non imponendosi su di esso con arroganza e attuando venalissime forme di sciagurato sfruttamento e distruzione. Come lo stesso amato nostro Papa Francesco ha affermato, noi tutti siamo in relazione con noi stessi e con gli elementi naturali, la cura autentica della nostra vita e della nostra relazione con la natura è inseparabile dai valori di giustizia, fratellanza, rispetto degli altri. Ecco perché Assisi, la terra del grande San Francesco è il contesto migliore per riflettere e per impegnarsi sulla Pace, perché Francesco comprese quanto l’uomo, abbandonandosi alla propria umiltà, potesse entrare in sintonia con la bellezza e la forza del creato, osservandone ed “ascoltando” le leggi e i ritmi fisiologici della sua riproduzione, capendo che la natura si perpetua e resiste senza imporsi o devastare, così come l’uomo dovrebbe fare nelle sue relazioni umane per poter progredire. Ogni religione considera la pace come un dono divino da gestire con intelligenza, attenzione e rispetto. La Pace, quindi, è un valore religioso ma è anche un diritto universale dei popoli, secondo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un diritto che non si realizza semplicemente evitando i conflitti ma creando concrete condizioni di giustizia reciproca tra i popoli e concrete condizioni di sviluppo economico e sociale. Non sono sufficienti i trattati e gli accordi internazionali o l’intervento di eserciti in missioni di pace per garantire una pace concreta e duratura ma, come riconobbe l’Assemblea generale dell’ONU nel 1999, è necessaria una cultura della Pace intesa come conoscenza diffusa e consapevole dei fattori che contribuiscono a creare condizioni di giustizia reciproca tra i popoli realizzando in concreto tutti i valori inalienabili dell’uomo, a cui accennavo precedentemente, e cioè uguaglianza, giustizia sociale, libertà, solidarietà, tolleranza, rispetto della vita umana. “La Pace esiste quando tutti sono liberi di sviluppare sé stessi nel modo che desiderano, senza dover lottare per i propri diritti.” Assumere responsabilità, ancora una volta, prendere consapevolezza delle scelte da fare per risolvere problemi gravissimi è il dovere di tutti coloro che vogliono contribuire a realizzare una pace piena e duratura nel mondo. Ed è un dovere che io sento fortissimo e che anima e impegna le mie giornate. In un contesto sociale, climatico e ambientale di profondissimo degrado come quello che stiamo vivendo è urgentissimo ed indispensabile creare una concreta cultura della pace. Per affrontare al meglio questa gravissima crisi è necessario investire nella formazione, creare leadership che sviluppino nuovi orientamenti culturali, che avviino percorsi di concreto sviluppo e miglioramento di determinate realtà umane e culturali, di ideazioni di nuovi sistemi normativi che arginino e contrastino certi poteri tecno-finanziari che puntano al profitto usando e sfruttando esseri umani e risorse ambientali. La politica internazionale mostra sempre più la sua inadeguatezza a gestire situazioni emergenziali umane sempre più gravi e questo perché spesso, purtroppo, non sa tener testa agli eccessi di certa tecnologia e di certa finanza che, al contrario, hanno tutto l’interesse a creare ed imporre una cultura del consumo che crea nelle società occidentali bisogni assolutamente non indispensabili, producendo oggetti il cui unico scopo è quello di non farci sentire esclusi dalla massa di consumatori seriali. Bisogni indotti il cui unico fine è semplicemente il profitto. E questo a lungo andare crea un circolo vizioso: le abitudini negative ad un consumo compulsivo alimentano il mercato che, cercando un profitto sempre più alto, stimola ancora di più la domanda. Determinate forme di speculazione economica e finanziaria hanno inevitabilmente effetti nocivi sia sulla dignità della persona umana che sul contesto ambientale contribuendo ad accrescere il degrado etico delle nostre società. Per contribuire a risolvere problemi globali così gravi è indispensabile agire tempestivamente con determinazione ma anche con atteggiamento positivo, facendo leva non solo sulle nostre capacità intellettive e culturali ma facendo agire soprattutto le doti umane di generosità e di solidarietà. Ma non bisogna mai rallentare il passo, la realizzazione della Pace è un progetto in costante divenire, deve essere alimentato quotidianamente da azioni piccole o grandi di attenzione e cura nei confronti degli altri e dell’ambiente circostante. Rimandare l’azione può essere autodistruttivo sia per la specie umana che per l’intero ecosistema. Il Documento sulla Fratellanza sottoscritto da papa Francesco e l’Imam Al- Ahzar che ho citato in precedenza ha un importante valore europeo. In particolare, si fa riferimento nell’immediato al problema con cui l’Europa è chiamata a confrontarsi, ovvero lo smarrimento di un tessuto comune, di una casa comune dove vivono abitanti e non dei cittadini, cioè coloro che consapevolmente si riconoscono cittadini europei. Testimonianza di tutto questo è l’attuale concezione dell’Europa come un insieme di contenitori stagni che tendono a costituirsi in maniera autonoma, e che talora assumono forme politiche denominate “sovraniste”, “fondamentaliste” e “nazionalistiche” tendenti a minare il riconoscimento di un’identità che in qualche modo è comune. Il Papa, insieme con l’Imam Ahmad al-Tayyeb, danno prova di un’ampiezza umana tesa a maturare una visione diversa in un tempo come il nostro dove si tende a ragionare per compartimenti stagni, a non riconoscersi in alcuna forma di identità comune. Il Documento è un magnifico modello di invito alla convivenza comune, riconoscendo la comune umanità come il valore fondamentale per ogni religione, e traguardo da perseguire proprio in quanto credenti. Pace è sviluppo sostenibile, è istruzione, è rispetto dei diritti di ognuno e lotta alle disuguaglianze sociali ed etniche, è equa distribuzione di risorse ambientali e di ricchezze, è rispetto per ogni forma di vita, vegetale o animale, è sviluppo e tutela delle biodiversità. Lo sfruttamento incontrollato di certe zone del pianeta crea, in ultima analisi, carestie, povertà, discriminazione sociale, instabilità, violenza, emigrazioni forzate. L’Africa e alcune zone dell’Asia sono i luoghi della Terra in cui le popolazioni soffrono maggiormente per le conseguenze catastrofiche di carestie o guerre e persecuzioni etniche e che per tali motivi sono costrette ad emigrare. La Pace non è, dunque, solo assenza di guerra, una Pace vera deve fondarsi inevitabilmente sui pilastri indistruttibili dei diritti e della dignità di ogni individuo. Per questo è importante impegnarsi diplomaticamente affinché siano sempre più assicurati diritti e dignità del lavoro. Favorire la Pace significa intervenire sulle cause che incrementano conflitti, violenze, disastri ambientali, sfruttamento incontrollato delle risorse delle popolazioni del Sud del mondo. Secondo i dati dell’ONU in Occidente vive il 20% della popolazione che però consuma l’80% delle risorse dell’intero pianeta. Il fenomeno incontenibile dell’immigrazione, soprattutto da moltissimi Stati africani, è dovuto proprio alla disuguale distribuzione della ricchezza oltre che ai conflitti armati. L’Africa non deve più essere un continente da sfruttare ma nel quale investire fornendo lavoro, restituendo dignità e possibilità di recupero sociale e industriale. Investire in Africa o nei Paesi in grave situazione economica è non solo una sana scelta umanitaria ma uno strumento intelligente per frenare esodi di massa. La giustizia sociale e i diritti umani si rafforzano anche grazie all’incremento della crescita economica. Dobbiamo lavorare costantemente per rafforzare la consapevolezza che la solidarietà e la collaborazione tra esseri umani è indispensabile per migliorare, salvaguardare e salvare l’intera specie umana. Non si possono creare muri o barriere per “difendersi” da altri esseri umani la cui unica colpa è di essere nati in aree geopolitiche sfruttate e devastate da conflitti violenti e altrettanto violenti sfruttamenti delle risorse che li hanno ridotti in povertà e costretti ad un esodo dalle proprie terre per cercare sopravvivenza in altre zone più fortunate del pianeta. E noi, benestanti e viziati cittadini di un opulento Occidente, ci barrichiamo nel nostro pezzo di mondo sicuro e accogliente evitando di farci “contaminare” dalla sofferenza di poveri sfortunati che noi guardiamo persino con fastidio se non addirittura con rabbia. È questa l’involuzione più alta del nostro degrado umano, quasi una rinuncia alle nostre peculiarità empatiche, alle risorse più sane della nostra umanità. Ci isoliamo come per anestetizzarsi dal dolore, per proteggerci da un inconscio, sottile ma profondo, senso di colpa per aver fatto poco per migliorare le cose. Nell’epoca della globalizzazione, della diffusione su scala mondiale, di idee, tendenze, informazioni, è devastante come si tenda a costruire fortini di difesa che, in realtà, ci disumanizzano e ci annientano. Chi costruisce muri ha rinunciato alla propria umanità. Ha perfettamente ragione Papa Francesco a sollecitarci a costruire ponti, relazioni, solidarietà, partecipazione emotiva, sostegno, aiuto concreto, cioè Pace. Bisogna adoperarsi per attivare connessioni, relazioni, canali di comunicazione e non costruire barriere protettive che si rivelano poi fortezze autoisolanti fragili quanto la nostra capacità di comprensione empatica. Diceva Martin Luther King che l’umanità può fare due scelte: coesistere in modo pacifico oppure arrivare ad autodistruggersi. Si diffonde sempre più l’attitudine a pensare con superficialità ai problemi del malessere nel mondo, ci corazziamo nella nostra indifferenza e tuttalpiù accettiamo con rassegnazione che siano usati gli eserciti come strumento di pace. Per carità, è indiscutibile che siano utili e spesso essenziali tutti gli strumenti di Peacekeeping ( azioni per sostenere i Paesi coinvolti in un conflitto monitorando i processi di pacificazioni nelle aree di post-conflitto) e di Peace enforcement ( utilizzato nel momento in cui le regole di ingaggio utilizzate per portare le parti in conflitto ad un negoziato di pace include anche la forza militare) messi in atto dall’ONU in zone di guerra. Ma è l’educazione alla pace la strategia più efficace per orientare le nuove generazioni verso l’applicazione e la difesa dei diritti umani che devono essere il fondamento di tutte le sane società umane al di là di ogni eterogeneità culturale. È necessario impegno e una forte volontà umana, bisogna educare a respirare la pace e non semplicemente ad imporla con accordi o tregue. Abbiamo bisogno di pace come dell’ossigeno per respirare. La pace è ossigeno per incrementare le nostre facoltà morali e intellettive. La pace è crescita e non involuzione. La pace è sviluppo sociale. La Pace è rifiuto del consumismo compulsivo, allentamento dei ritmi produttivi frenetici che la tecnica impone e che riducono l’uomo a strumento, a mezzo e non più a fine, riducendo al minimo le risorse ambientali per aumentare profitti economici. Dalla dignità di una persona e non solo dalla sua utilità derivano i diritti e i doveri umani che impongono la responsabilità di comprendere, soccorrere, accogliere i più sfortunati, i più emarginati, i più disorientati e non invece di escluderli. Migliorare le condizioni sociali permette a tutti noi, singoli o collettività, di raggiungere livelli alti di serenità e di benessere della nostra esistenza. Ecco perché con senso di responsabilità dobbiamo orientare tutti i nostri sforzi e i nostri progetti per ottenere i migliori effetti sull’intera collettività umana, valutando attentamente le conseguenze delle nostre azioni non solo per le generazioni presenti ma soprattutto per quelle future. L’attenzione all’altro, soprattutto se fragile e indifeso, la solidarietà attiva esprimono il livello più alto e ammirevole della nostra umanità. La solidarietà ci aiuta a considerare l’altro non come strumento, come oggetto da sfruttare e poi da scartare ma come nostro compagno di viaggio nel percorso della storia che viviamo. L’essere umano è relazione, comunicazione, non esclusione. Egli è inclusione e non esclusione, comunione con gli altri esseri umani e con tutti gli elementi naturali. È necessario un agire forte in questa società del consumismo esasperato, dello scarto veloce di oggetti e sentimenti, dei bisogni esasperati che creano sempre più insoddisfazioni e delusioni, che aumentano le disuguaglianze e i disorientamenti. È necessario attivarsi per una più definita cultura dell’inclusione, della comprensione reciproca, del dialogo costruttivo, una cultura della Pace finalizzata ad una partecipazione solidale per proteggere e sostenere la dignità di ogni essere umano e il bene comune, per educarci all’ascolto e all’attenzione, alla comprensione, alla partecipazione, al sostegno, all’assistenza, all’accoglienza, alla riconciliazione. Tutto ciò serve a realizzare una Pace attiva e costante, proprio perché partecipata. Nessuno di noi si senta escluso da questo impegno. Dobbiamo essere sempre più attivi, vigili e partecipanti Agenti di Pace.

Giuseppe Prete

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“Accordo tra WOA – Europa e la Nigeria” L’Ambasciatore, Cancelliere Europeo per la World Organizations of Ambassadors, ha proposto oggi al Prof. H.D. Ibrahim, Direttore Generale della Raw Materials Research and Development Council in Abuja, Nigeria, una proposta di CONVENZIONE INTERNAZIONALE SU un possibile ACCORDO BILATERALE DI COOPERAZIONE tra WOA-Europa e la Nigeria. Il Cancelliere Dr. Prete ha presentato il progetto della ONG che comprendono l’ambiente e le condizioni favorevoli allo studio dei meccanismi legali, tecnici, commerciali e umanitari che sostengono soluzioni per promuovere la qualità della vita tra i cittadini della Nigeria. “Esponiamo la volontà di cooperare -c9ntinua il dr. Prete– in tutto ciò che è alla nostra portata per riunire gli attori delle comunità dei nostri paesi: Professionisti, Università, Imprenditori, Associati, Camere Federali, Agenzie di import-export, Agenti Governativi , Ministeri dello Sviluppo Economico e della Società Civile e qualsiasi Ente o personalità che contribuisce con la conoscenza o il suo capitale umano o la sua gestione o i suoi valori economici e tecnici ai quali otteniamo legami culturali, umanitari, accademici, sanitari, economici. Il Cancelliere Prete si è impegnato personalmente, con l’aiuto dell’Agenzia “Nigeria-Italia Business Group” della Dssa. Hon. Nkiruka Okorokwo, a gestire, esercitare pressioni, presentare cartelle e sviluppare progetti e programmi in tutti gli ambiti, istituzioni nazionali e transnazionali e personalità e organizzazioni menzionate nella sezione precedente e, generare una commissione di professionisti allo scopo di gestire specificamente per questo problema: trovare le variabili, risorse e permessi che ci permettono di arricchire reciprocamente le nostre nazioni. Nell’ambito del presente ACCORDO BILATERALE DI COOPERAZIONE il Cancelliere Prete ha anche proposto la collaborazione di Esperienza Italia, della quale è stato recentemente relatore al Senato della Repubblica Italiana. Esperienza Italia fornisce diversi servizi rivolti tutti verso il il rilancio dell’economia d’impresa italiana in Italia e nel mondo. Attraverso le figure istituzionali Governative, Accademiche e Professionali che la compongono, Esperienza Italia ha l’obbiettivo di essere il tramite fra gli Stati e le Piccole Medio Imprese italiane.

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